IMPIANTO DI MINI BIOGAS

Tutte le acque nere della rocca, assieme agli scarti organici ed ai residui della manutenzione del verde, vengono inviati ad un impianto di mini biogas, composto da tre digestori anaerobici da 7 m3 l’uno, che lavora in regime mesofilo (39°C). A bocca di impianto è presente un biotrituratore. L’impianto è interrato per evitare impatti visivi. Il biogas prodotto viene deumidificato, stoccato e bruciato in un motore endotermico da 30 kWe e 50 kWt. Tutto il calore prodotto viene inviato agli stessi digestori, per poter mantenere le temperature di digestione. L’energia elettrica viene immessa in rete in regime di scambio sul posto. Il digestato, estratto dall’impianto, viene lasciato maturare all’aria per poter essere poi reimpiegato nei campi e chiudere la filiera.

Attività: Biotriturazione di biomassa organica
Descrizione
Prova di cippatura e biotriturazione con differenti vagli della biomassa organica posta in digestione. Attraverso due cippatrici di differente dimensione sarà possibile biotriturare il materiale organico che dovrà essere trattato da impianti energetici a combustione diretta o a biogas.
Dati di input
– Caratteristiche di coltivazione della materia organica
– Pezzatura iniziale, peso specifico
Dati di output
– Pezzatura, peso specifico
– Analisi termofisiche, chimiche ed energetiche (UNI EN 14774-2:2010; UNI EN 15148:2010; UNI EN 14775:201; UNI EN 15104)
Attività: Prove di resa in biogas
Prove su scala laboratoriale
Descrizione
Prove di resa in biogas di differenti matrici. Prove BMP (UNI EN ISO 11734:2004) eseguite sia su reattori in vetro borosilicato da laboratorio (700 ml) che su scala pilota (7 m3).
Dati di input
– Caratteristiche di approvvigionamento e conservazione della biomassa
– Temperatura di digestione (es. regime mesofilo, 38°C)
– Tipologie di biomassa in codigestione
Dati di output
– Caratterizzazione della biomassa e del digestato (UNI EN 14774-2:2010; UNI EN 15148:2010; UNI EN 14775:201; UNI EN 15104)
– Rampa termica e regime di riscaldamento della biomassa

Prove su scala impianto pilota
Descrizione
Prove di resa in biogas di differenti matrici. Prove BMP (UNI EN ISO 11734:2004) eseguite sia su reattori in vetro borosilicato da laboratorio (700 ml) che su scala pilota (7 m3).
Dati di input
– Caratteristiche di approvvigionamento e conservazione della biomassa
– Temperatura di digestione (es. regime mesofilo, 38°C)
– Tipologie di biomassa in codigestione
Dati di output
– Caratterizzazione della biomassa e del digestato (UNI EN 14774-2:2010; UNI EN 15148:2010; UNI EN 14775:201; UNI EN 15104)
– Rampa termica e regime di riscaldamento della biomassa

Attività: valutazione dell'impatto odorigeno
Impatto odorigeno della biomassa in digestione
Descrizione

La biomassa in alimentazione all’impianto a biogas può presentare carico odorigeno notevole. A tal fine risulta importante pianificare la logistica e progettare il sistema di stoccaggio, oltre che effettuare una previsione di impatto odorigeno
Dati di input
– Caratteristiche della biomassa organica impiegata
– Caratteristiche e dinamica del processo anaerobico adottato
– Caratteristiche anemometriche del sito
Dati di output
– Caratterizzazione della biomassa (UNI EN 14774-2:2010; UNI EN 15148:2010; UNI EN 14775:201; UNI EN 15104)
– Mappa di diffusione dell’odore
– Impatto odorigeno
– Soluzioni da adottare per mitigare l’impatto

Impatto odorigeno del digestato
Descrizione
Il digestato che viene prodotto dagli impianti a biogas è biomassa stabilizzata, inerte, che non dovrebbe provocare impatti odorigeni. Al fine di verificare il corretto verificarsi delle azioni batteriche, si può effettuare un controllo delle eventuali emissioni del digestato.
Dati di input
– Caratteristiche della biomassa organica impiegata
– Caratteristiche e dinamica del processo anaerobico adottato
– Caratteristiche anemometriche del sito
Dati di output
– Caratterizzazione del digestato (UNI EN 14774-2:2010; UNI EN 15148:2010; UNI EN 14775:201; UNI EN 15104)
– Mappa di diffusione dell’odore
– Impatto odorigeno
– Soluzioni da adottare per mitigare l’impatto

Attività: pellettizzazione del digestato
Descrizione
Al fine di migliorarne la logistica, per migliorare i trasporti del digestato, si può pellettizzarlo. Poi in laboratorio si può definire la durabilità del pellet di digestato e migliorarla impiegando amidi o altri materiali biobased.
Dati di input
– Caratteristiche della biomassa organica impiegata
– Caratteristiche del digestato
Dati di output
– Risultati della prova di pellettizzazione
– Risultati della prova di durabilità (UNI EN 15210-1:2010)
– Soluzioni da adottare per migliorare la durabilità